Menu Chiudi

W E I M A R – Lo Spirito del Tempo

La repub­bli­ca di Wei­mar rima­ne tut­to­ra un’isola; come la ‘more­sca’ Utopia.
Al pari di essa cul­tu­ral­men­te viva­ce ma cer­ta­men­te meno pacifica,
cir­con­da­ta come fu dal­le due car­ne­fi­ci­ne del ‘900 ;
un’isola o una ‘tre­gua’ come direb­be Pri­mo Levi tra due fati­che del vivere.
Nei con­fron­ti del­la sua bre­ve esi­sten­za abbia­mo un gran debito
per lo svi­lup­po del nostro esse­re ‘moder­ni’.
In que­sto ambien­te weimariano
– stroz­za­to nel­le sue spe­ran­ze di un nuo­vo risor­ge­re socia­le dopo la Gran­de Guerra –
alme­no due o tre ele­men­ti si con­ser­va­no ancor oggi total­men­te familiari,
come fos­se­ro da sem­pre ogget­ti di casa; por­ta­to­ri di una con­sa­pe­vo­lez­za innata,
retag­gio più che indi­vi­dua­le con­se­gui­men­to, che pre­ser­via­mo in un bau­le del­la soffitta
in cui perio­di­ca­men­te fic­chia­mo la testa per un richia­mo infantile.
Tut­ti que­sti ele­men­ti, per i qua­li i nostri sen­ti­men­ti sono incon­di­zio­na­ti e irrazionali,
sono ascri­vi­bi­li attor­no agli anni di Wei­mar, tem­po­ral­men­te e geograficamente :
la fol­lia cul­tu­ra­le pri­va di con­ven­zio­ni, pro­dot­ta dall’espressionismo e dal Bauhaus,
il rico­no­sci­men­to pla­ne­ta­rio del­la scon­cer­tan­te Teo­ria del­la Relatività,
che per quan­to inco­gni­ta la pos­sia­mo percepire,
appar­tie­ne ormai al Les­si­co di cia­scu­no quan­to le avven­tu­re di Pinocchio
e l’eversione nazi­sta, con le sue cata­stro­fi­che e scon­fi­na­te conseguenze,
che di quel­la Repub­bli­ca decre­tò la fero­ce cadu­ta.
  (a.m. IV’22)

*****

     … Gli anni che anda­ro­no dagli ini­zi del nove­cen­to fino al 1933 vide­ro in Euro­pa una rivo­lu­zio­ne del pen­sie­ro scien­ti­fi­co che non ave­va pre­ce­den­ti nel­la sto­ria moder­na. Nel novem­bre 1895 Rönt­gen fece il famo­so espe­ri­men­to duran­te il qua­le sco­prì che cer­ti rag­gi attra­ver­sa­va­no non solo un foglio di car­ta nera, che secon­do lui avreb­be dovu­to assor­bir­li, ma per­fi­no, con suo sba­lor­di­men­to, il legno e i musco­li. Nel 1900 Max Planck pub­bli­cò una memo­ria in cui dimo­stra­va, con una for­mu­la mate­ma­ti­ca, che le radia­zio­ni era­no emes­se da quel­li che egli chia­mò quan­ti. Nel 1905 com­par­ve un’altra memo­ria d’una ven­ti­na di pagi­ne, inti­to­la­ta Zur Elek­tro­dy­na­mik beweg­ter Kör­per, nel­la qua­le Ein­stein for­mu­la­va per la pri­ma vol­ta la teo­ria spe­cia­le del­la relatività. …
     Le con­qui­ste nel cam­po del­le scien­ze natu­ra­li non ave­va­no for­se un valo­re incom­pa­ra­bil­men­te più gran­de, per le loro riper­cus­sio­ni pra­ti­che, di tut­ti i dibat­ti­ti dei filo­so­fi, dei teo­lo­gi e degli sto­ri­ci, le qua­li gene­ra­va­no mol­to calo­re ma get­ta­va­no scar­sa luce? … tut­te obie­zio­ni inec­ce­pi­bi­li e tut­ta­via le scien­ze natu­ra­li, per quan­to riguar­da la sto­ria cul­tu­ra­le di Wei­mar, deb­bo­no occu­pa­re un posto meno cen­tra­le del­la let­te­ra­tu­ra, del­le arti e del­le scien­ze uma­ne, per il sem­pli­ce moti­vo che appar­ten­go­no non a un sin­go­lo pae­se, ben­sì a tut­ta l’umanità. … .
I pro­ble­mi che Ein­stein risol­se (e ai qua­li Her­mann Min­ko­w­ski det­te for­ma­li­smo mate­ma­ti­co) era­no sta­ti for­mu­la­ti da un fran­ce­se, Poin­ca­ré, e da un olan­de­se, Lorentz. 

     E così pure i gran­di pas­si avan­ti nel­lo stu­dio del­la mate­ria e del­la radia­zio­ne, che pog­gia­va­no sul­le teo­rie di Planck e di Ein­stein, furo­no com­piu­ti da scien­zia­ti di nume­ro­si pae­si, … È faci­le dimo­stra­re l’impatto del­la guer­ra e del caos post­bel­li­co sul­la let­te­ra­tu­ra e sul­le arti figu­ra­ti­ve, sul­la sto­rio­gra­fia e sul­la teo­lo­gia tede­sche. Lo Zeit­gei­st [Spi­ri­to del Tem­po] wei­ma­ria­no si mani­fe­stò con chia­rez­za in que­ste sfe­re e in mol­te altre anco­ra. Ma la ricer­ca scien­ti­fi­ca non conob­be né l’espressionismo né la Neue Sachli­ch­keit , … .

La Nuo­va Ogget­ti­vi­tà – ten­den­za arti­sti­ca, non Movi­men­to – par­te­ci­pò dell’incoscio postbellico 
che mira­va ad un rin­no­va­men­to glo­ba­le sia con­trap­po­nen­do­si all’espressionismo
sia attra­ver­so una descri­zio­ne ‘emo­ti­va’ del­la real­tà tipi­ca del­la tra­di­zio­ne cul­tu­ra­le tedesca.
La Neue Sachli­ch­keit ter­mi­na con la Repub­bli­ca stessa.

NUOVA OGGETTIVITÁ 1° – archi­vio  a.m. 2015

     La rivo­lu­zio­ne del pen­sie­ro scien­ti­fi­co … non fu rico­no­sciu­ta subi­to e incon­trò anche qual­che resi­sten­za.    … ci vol­le parec­chio tem­po pri­ma che la mec­ca­ni­ca quan­ti­sti­ca e la teo­ria del­la rela­ti­vi­tà fos­se­ro accet­ta­te. Non era­no faci­li da capi­re. Nel 1911, quan­do Planck invi­tò Ein­stein a tra­sfe­rir­si a Ber­li­no per assu­me­re la dire­zio­ne del Kai­ser Wilhelm Insti­tut per la fisi­ca, uno dei moti­vi fon­da­men­ta­li a soste­gno del­la pro­po­sta dice­va che otto del­le die­ci per­so­ne che ne com­pren­de­va­no la teo­ria vive­va­no nel­la capi­ta­le del Reich. 

     Quan­to alla gran­de sco­per­ta di Planck, lo stes­so Ein­stein, che pure ave­va con­tri­bui­to ai suoi ulte­rio­ri svi­lup­pi (fotoe­let­tri­ci­tà, dina­mi­ca dei quan­ti, foto­ni) ammet­te­va di non aver­la mai com­pre­sa sino in fon­do.    Una par­te dei fisi­ci del­la vec­chia gene­ra­zio­ne con­te­stò le teo­rie inno­va­tri­ci per­ché scal­za­va­no alla base tut­to il sape­re con­ven­zio­na­le. Fu un indi­zio sin­to­ma­ti­co del cli­ma poli­ti­co pre­do­mi­nan­te il fat­to che alcu­ni scien­zia­ti tede­schi si oppo­nes­se­ro alle teo­rie di Ein­stein per­ché era ebreo e che alcu­ni fisi­ci stra­nie­ri le com­bat­tes­se­ro per­ché era tede­sco (anco­ra nel 1933 Ruther­ford era con­tra­rio ad acco­glie­re Ein­stein a Cambridge …).
Natu­ral­men­te nell’animosità ave­va la sua par­te anche la gelo­sia pro­fes­sio­na­le. Per­ché mai la teo­ria del­la rela­ti­vi­tà era diven­ta­ta l’argomento pre­fe­ri­to di con­ver­sa­zio­ne nei salot­ti e ai cock­tail par­ties? Che cosa ave­va fat­to Ein­stein per diven­ta­re l’abitante più famo­so del­la capi­ta­le tedesca…? 
     Ma gli scien­zia­ti del­le nuo­ve leve … com­pren­de­va­no che que­sto era il decen­nio in cui si sta­va­no facen­do le mag­gio­ri sco­per­te. Fisi­ci e mate­ma­ti­ci di tut­to il mon­do accor­re­va­no in Ger­ma­nia: gio­va­ni unghe­re­si come Johann von Neu­mann, Leo Szi­lard, Eugen Wigner e Michael Pola­nyi, ame­ri­ca­ni come Oppe­n­hei­mer, Rabi, Con­don, Linus Pau­ling e nume­ro­si altri. Anda­va­no a Gòt­tin­gen, di cui Cou­rant, Hil­bert, Weyl, Born e Jakob Franck ave­va­no fat­to la mec­ca dei mate­ma­ti­ci, anda­va­no a Lip­sia, anda­va­no a Mona­co dove inse­gna­va Som­mer­feld e soprat­tut­to afflui­va­no a Ber­li­no, la Ber­li­no di Planck, di Nern­st, di von Laue, di Issai Schur e, natu­ral­men­te, dei semi­na­ri ein­stei­nia­ni del gio­ve­dì pome­rig­gio. Intor­no alla metà degli anni Ven­ti gli ini­zia­ti sape­va­no che era immi­nen­te una secon­da rivoluzione: … 

     I suc­ces­si­vi pas­si da gigan­te negli svi­lup­pi del­la nuo­va fisi­ca furo­no com­piu­ti fra il 1924 e il 1927 da uomi­ni più gio­va­ni …: la teo­ria dei quan­ti for­mu­la­ta da de Bro­glie, la mec­ca­ni­ca ondu­la­to­ria di Schrö­din­ger, il prin­ci­pio di inde­ter­mi­na­zio­ne enun­cia­to da Hei­sen­berg e il prin­ci­pio di com­ple­men­ta­ri­tà lega­to a Bohr.  Ein­stein e altri suoi col­le­ghi del­la scuo­la pre­ce­den­te si mostra­ro­no restii ad accet­ta­re teo­rie secon­do le qua­li l’universo era gover­na­to da leg­gi sta­ti­sti­che e non da mec­ca­ni­smi cau­sa­li, dal caso e non dal deter­mi­ni­smo. «Dio non gio­ca a dadi con l’universo» affer­mò Ein­stein in un suo famo­so com­men­to.   Si trat­ta­va for­se, come lo inter­pre­ta­ro­no cer­tu­ni, del­lo scon­tro di due diver­se con­ce­zio­ni del mondo, …? 
     L’interpretazione sareb­be più con­vin­cen­te se la frat­tu­ra fos­se avve­nu­ta su linee pura­men­te ideo­lo­gi­che, come in real­tà non avven­ne; e inol­tre pre­sup­po­ne una stret­ta dipen­den­za del­la fisi­ca dal­la filo­so­fia. Ma il pre­sup­po­sto non reg­ge, per­ché seb­be­ne non man­cas­se­ro dei fisi­ci appas­sio­na­ti di filo­so­fia, nes­su­no di loro trae­va ispi­ra­zio­ne e gui­da da temi che esu­las­se­ro dal pro­prio cam­po spe­ci­fi­co di atti­vi­tà. Ein­stein, nel­la sua oppo­si­zio­ne all’indeterminismo, si tro­vò in con­tra­sto con due ami­ci di vec­chia data, Bohr e Weyl, e quin­di dal­la stes­sa par­te del­la bar­ri­ca­ta, limi­ta­ta­men­te a que­sto pro­ble­ma, sul­la qua­le si era­no schie­ra­ti Lenard e Stark, il prin­ci­pa­le espo­nen­te del grup­po anti­se­mi­ti­co nemi­co di Einstein. …

Wal­ter Laqueur LA REPUBBLICA DI WEIMAR     —    Ed. BUR 1979 – pgg. 269–272 • trad. Lydia Magliano 

– tut­ti i cor­si­vi a.m. -

Pubblicato in S.T. DREAMs