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PONTEPOSSERO

PONTEPOSSERO
Il sur­rea­li­smo non fu un sem­pli­ce movi­men­to, ma un terremoto;
una sub­du­zio­ne del­la meta­fo­ra ope­ra­ta per la crea­zio­ne di metamorfosi.
Non solo tec­ni­che auto­ma­ti­che, di scrit­tu­ra, pit­tu­ra, dise­gno ed ele­va­zio­ni oniriche,
non solo il vili­pen­dio del lavo­ro (‘spen­de­re’ la vita, non ‘gua­da­gnar­se­la’)
oppu­re il rispon­de­re all’urto tra for­ze ‘comu­ni­ste’ e for­ze ‘sur­rea­li­ste’,
ma anche inces­san­te andi­ri­vie­ni di persone
di liti­gi, espul­sio­ni pro­ces­si inter­ni, riap­pa­ci­fi­ca­zio­ni ed ecces­si di ogni tipo,
per­so­na­li distin­guer­si e trar­si d’impaccio.
Mas­si­ma­men­te con­tro la guer­ra, la bor­ghe­sia, il colo­nia­li­smo, i ‘salons’, il mer­ca­to, l’arte, …
fino all’e­spo­si­zio­ne ed all’an­nien­ta­men­to del­la pro­pria persona.

« La cre­den­za in un tem­po ed in uno spa­zio assoluti 
sem­bra pros­si­ma a scom­pa­ri­re. …» (*)
E lo stes­so Bre­ton aggiun­ge, imme­dia­ta­men­te dopo, riguar­do l’og­get­to DADA: 
«La sua natu­ra lo difen­de dal dipen­de­re sia dal­la mate­ria che dal­le parole …
e sen­za usci­re dal cam­po del­la nostra espe­rien­za, [pos­sie­de] la facol­tà meravigliosa
di affer­ra­re due real­tà distan­ti ed otte­ne­re una scin­til­la dal loro accostamento; …»

Paro­le che sem­bra­no pre­se in par­te dai docu­men­ti del­la nuo­va Teo­ria di Ein­stein (1915)
ed in par­te spa­zio­tem­po­ral­men­te ritro­va­bi­li … nel­l’IN­CI­PIT di que­sto BLOG! 
Non impor­ta la distan­za tem­po­ra­le, visua­le, udi­ti­va, spa­zia­le, … tra due unità;
se un dia­lo­go è pos­si­bi­le il sur­rea­li­smo lo ammet­te e lo ricerca.
«Bel­lo, come l’in­con­tro for­tui­to, sopra un tavo­lo anatomico,
di una mac­chi­na per cuci­re ed un ombrel­lo.» (**)

E … Pon­te­pos­se­ro ? Una loca­li­tà minuscola 
in stra­da Bel­fio­re sul­la via del riso da pila;
una cit­tà idea­le, una cit­tà sur­rea­le.   (a.m. IX’23)

~≈≈~

      GIRASOLE  A  PAUL REVERDY

La viag­gia­tri­ce che attra­ver­so i mer­ca­ti gene­ra­li a Pari­gi men­tre l’estate si spegneva
Cam­mi­na­va in pun­ta di piedi
La dispe­ra­zio­ne face­va sali­re al cie­lo le sue gran­di spi­ra­li vege­ta­li tan­to belle
E nel­la bor­set­ta c’era il mio sogno quel fla­co­ne di sali
Che sola ha respi­ra­ti la madri­na di Dio
I tor­po­ri si spie­ga­va­no come il vapore
Al Chien que fume
Dov’erano entra­ti il pro e il contro
La gio­va­ne la si pote­va vede­re male e di striscio
Mi ero for­se imbat­tu­to nel­la Amba­scia­tri­ce del Salnitro
O del­la cur­va bian­ca su fon­do scu­ro che chia­mia­mo pensiero
Si era nel pie­no del­la festa al bal des innocents
I lam­pio­ni pren­de­va­no fuo­co len­ta­men­te nei castagni
La signo­ra senz’ombra s’inginocchiò sul Pont-au-Change
In via Git le Coeur i suo­ni non era­no più gli stessi
Le pro­mes­se del­le not­ti era­no alfi­ne mantenute
I pic­cio­ni viag­gia­to­ri i baci di soccorso
S’univano ai seni del­la bel­la sconosciuta
Dar­deg­gia­ti sot­to il cre­spo del­le signi­fi­ca­zio­ni perfette
Una fat­to­ria pro­spe­ra­va in pie­na Parigi
E le sue fine­stre dava­no sul­la Via Lattea
Ma nes­su­no l’abitava anco­ra per­chè visi­ta­ta a sor­pre­sa da per­so­nag­gi fuggevoli
Fug­ge­vo­li ma noto­ria­men­te più devo­ti dei fantasmi
Gli uni come quel­la don­na han l’aria di nuotare
E nell’amore entra un poco del­la loro sostanza
Que­sta li interiorizza
Io non sono zim­bel­lo di alcu­na poten­za sensoriale
Ma il gril­lo che can­ta­va nei capel­li di cenere
Una sera pres­so la sta­tua di Etien­ne Marcel
M’ha data un’occhiata d’intesa
Andrè Bre­ton ha det­to passa
                           [A. Bre­ton – Clair de Ter­re – 1923]

 

Pon­te­pos­se­ro II° • 2021 – archi­vio a.m.

 

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*) da L. Bin­ni IL SURREALISMO Newton&Compton ed. pg.56
cita­zio­ne di A.Breton, dal cata­lo­go del­la mostra di Max Ern­st – mag­gio 1921
**) Isi­do­re Ducas­se, noto come Con­te di Lautréamont

GIRASOLE da:      http://agoniadeglioggetti.blogspot.com/2013/01/andre-breton-sunflower-girasol-paul.html
         trad. n/d

 

 

 

Pubblicato in S.T. DREAMs