I sogni di Einstein è un romanzo pubblicato nel 1992
dall’astrofisico e scrittore americano Alan Lightman.
Pretesto del racconto sono i sogni che il giovane Albert Einstein,
a quel tempo impiegato all’Ufficio Brevetti di Berna,
avrebbe avuto sulla natura del tempo nella primavera del 1905,
l’ annus mirabilis in cui sarebbe cambiato il corso della fisica.
Egli propose la ‘teoria della relatività ristretta’,
sull’azione reciproca fra corpi in movimento,
vista da diversi osservatori in condizioni di moto differenti tra loro.
Nel suo lavoro Einstein scardina l’idea di tempo assoluto – quello di Newton –
e propone invece che lo scorrere del tempo e persino l’ordine degli eventi
dipendano dalla velocità con la quale un osservatore si muove relativamente ad essi.
Tutto vero ed oggi verificato quotidianamente,
anche se non produce conseguenze per le distanze e alle velocità ’terrestri’.
Per ciò molte delle conseguenze della Teoria sono contro-intuitive.
Quella di Lightman non vuol essere una (e-)semplificazione,
ma una riflessione sul tempo e sull’esistenza degli uomini.
L’insieme dei brevi racconti è scandito dalla trentina di date
in cui il protagonista avrebbe fatto i suoi sogni,
che intrecciano modi diversi di concepire il tempo. (a.m.)
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• 20 maggio 1905
Un’occhiata alle affollate bancarelle della Spitalgasse e si capisce come stanno le cose. I clienti si aggirano spaesati tra una bancarella e l’altra, osservando la merce esposta su ognuna di esse.
Qui c’è il tabacco, ma dov’è la senape in semi? Qui ci sono le bietole da zucchero, ma dove è il merluzzo? Qui c’è il latte di capra, ma dov’è il sassofrasso?
Questi non sono turisti alla loro prima visita a Berna. Questi sono i cittadini di Berna. Ma non ce n’è uno che ricordi che due giorni fa ha acquistato cioccolato nel negozio da Ferdinand’s, al 17 o del manzo alla gastronomia Hof, al numero 36.
Ogni negozio e la merce che vende deve essere ogni volta cercato daccapo. Molti vanno in giro con una mappa, muovendosi da un porticato all’altro in una città nella quale hanno passato la vita, nelle vie che hanno percorse per anni.
Molti hanno con sé taccuini per segnare ciò che incontrano, mentre ancora il ricordo persiste nella loro memoria. Perché in questo mondo, le persone non hanno ricordi.
Quando è il momento di tornare a casa a fine giornata, ogni persona consulta un’agenda per sapere dove abita. Il macellaio, che ha fatto dei tagli con poco scrupolo, nel giorno che viene dedicato alla macellazione, scopre che la sua casa è al 29 di Nägeligasse.
L’agente di cambio – con la memoria a breve termine che egli ha acquisito del mercato – ha concluso alcuni eccellenti investimenti e si accorge che ora vive al n° 89 di Bundesgasse. Quando un uomo ritorna a casa, trova alla porta una donna e dei bambini che lo aspettano, fa le presentazioni, quindi aiuta nel preparare la cena e poi legge favole ai suoi bambini. Allo stesso modo, ogni donna di ritorno dal lavoro si trova davanti un marito, dei figli, divani, lampadari, carta da parati, porcellane, cineserie.
La sera tardi, moglie e marito non indugiano al tavolo a discutere di come è trascorsa la giornata, della scuola dei figli o della situazione economica. Invece si sorridono l’un l’altro, sentono il sangue che si scalda, il formicolio della prima volta tra le gambe, come al loro incontro di quindici anni addietro. Vanno nella loro camera da letto, incespicando tra fotografie di famiglia che neppure riconoscono e passano la notte nella voluttà. Perché, solo routine e ricordi estinguono la passione. Ma senza memoria ogni notte è la prima notte, ogni mattino porta la prima alba, ogni bacio e ogni tenerezza sono inconsueti. Un mondo senza memoria è il mondo dell’oggi. Il passato esiste solo nei libri e nei documenti. Per conoscere se stesso, ogni uomo porta su di sé il proprio Libro della Vita, fitto delle storie della sua vita. Leggendone le pagine quotidianamente, può riscoprire l’identità dei suoi genitori, se è nato di alto lignaggio o popolano se ha fatto bene o male a scuola, se nella propria vita ha realizzato uno scopo.
Senza Libro della Vita, una persona è un’istantanea, un’immagine a due dimensioni, un’apparenza. Negli alberati caffè sulla Brunngasshalde, si sentono le grida straziate di un uomo che ha appena letto di aver ucciso un altro uomo; i sospiri di una donna che ha appena scoperto che – un tempo – fu corteggiata da un principe; le improvvise vanterie di un’altra che ha saputo di aver ricevuto dalla sua università, il massimo dei voti, ma dieci anni prima.
Alcuni passano le ore del crepuscolo alla scrivania leggendo dai loro Libri della Vita; altri riempiono convulsamente le pagine ancora bianche descrivendo gli avvenimenti più recenti. Con il tempo, il Libro della Vita di ogni persona diviene così voluminoso che la sua lettura non può essere conclusa. É necessaria una scelta. Uomini e donne anziani possono leggere le pagine iniziali, per conoscere se stessi da giovani; o possono leggere le ultime, per scoprirsi in età avanzata.
Alcuni hanno rinunciato completamente alla lettura. Hanno abbandonato il passato.
Hanno deciso che non importa se ieri erano ricchi o poveri, sapienti o ignoranti, orgogliosi o umili, innamorati o con il cuore arido – non più di quanto badano al modo in cui una brezza smuove loro i capelli.
Queste persone ti guardano direttamente negli occhi, ti trattengono forte la mano e incedono con il passo svelto della gioventù. Queste persone hanno imparato come vivere in un mondo senza memoria.
Akko (Galilea) 1997 – archivio a.m.
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Einstein’s Dreams – Alan Lightman – Vintage Contemporaries ed. 2004 – free PDF
Corsivi e traduz.: a.m.