I diari di un artista in genere sono scarni, a volte criptici o “parlati”,
ma sempre affascinanti, per la scrittura di getto, emotiva, vergata a proprio uso.
Il fotografo E. Weston trasmette al lettore il personale stress
nel riservare attenzioni professionali ad un oggetto che è certo scultoreo,
ma ancor più “tempio” di una funzione umana non trascurabile
per la quale qualcuno, nella casa, potrebbe rivendicare un uso pressante;
si tratta infatti di un W.C.!
Un’inquietudine che – fuor d’ironia – può generarsi in ciascuno
se ha sperimentato uno stato mentale di tale “urgenza”
a causa di un comportamento che possa apparire sospetto o sia inesprimibile.
Dunque, finché i categorici margini dell’inquadratura
non abbiano definitivamente sigillato le emozioni del fotografo,
e la luce compiuto intero il suo percorso all’interno del mantice
giungendo alla la superficie sensibile della lastra,
tali travagli continueranno a scontrarsi con i comportamenti esteriori.
Accade che la forma – plasmata dalla luce –
a volte crei emozioni pur senza avvalersi di un incrocio di sguardi (a.m. XII/’24)
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21 ottobre [1925]. … Ho fotografato il nostro gabinetto, quel recipiente smaltato e lucido di straordinaria bellezza. Si potrebbe sospettare che io sia in uno stato d’animo cinico …, quando potrei occuparmi di belle donne o di “Dio, all’aria aperta”, – o addirittura si potrebbe pensare che la mia mente sia percorsa da immagini libidinose causate da inappetenza.
Ma no! La mia eccitazione era un’assoluta risposta estetica alla forma. Per molto tempo ho pensato di fotografare questo utile ed elegante accessorio della vita igienica moderna, ma solo quando ho contemplato la sua immagine sul vetro smerigliato [della macchina fotografica] ho capito le possibilità che mi si presentavano. Ero entusiasta! – qui c’era ogni sensualità della “forma umana divina”, senza imperfezioni. Mai prima i Greci avevano distillato una visione più significativa della loro cultura, che in qualche modo mi ricordava – nella gloriosa bellezza delle posture più caste e fino al loro spingersi oltre la forma e il movimento delle linee – la Vittoria di Samotracia. Eppure, chi è ottuso si rivolge con nostalgia ai “giorni classici” dell’arte! Ora attendo con ansia lo sviluppo della pellicola esposta.
30 ottobre. Provo alcune variazioni con il W.C. Da certe angolazioni appare piuttosto osceno: i nuovi punti di vista cambiano la reazione emotiva.
Solo un’altro negativo forse mi sarebbe piaciuto, non avendo scattato la prima inquadratura. Comunque non ho finito, le linee viste quasi dal livello del pavimento sono molto eleganti, ma per lavorare così in basso devo usare un sostegno per l’apparecchio diverso dal mio treppiede.
1 novembre. È stato più semplice di quanto pensassi: appoggiando la mia macchina fotografica sul pavimento senza treppiede ho trovato esattamente quello che volevo e ho realizzato quattro negativi senza cambiare il punto di vista, se non la focale dell’ottica. … ne sceglierò uno da stampare.
4 novembre. Se qualcuno mi chiedesse non saprei rispondere quale preferisco: se la prima o l’ultima inquadratura. Il nuovo W.C. mi piace di più: forse il primo, o il secondo, o meglio l’ultimo, così diverso da non essere paragonabile; altrettanto elegante nelle linee e dignitoso come l’altra. … Mi piace di più il negativo realizzato con la focale più corta, perché avvicinandomi e mettendomi sotto la tazza ho ottenuto migliori proporzioni.
Ma ho un dispiacere, tutto dovuto alla mia fretta, disattenzione, stupidità, e mi prendo a calci con piacere. Il coperchio di legno si vede in alto, per un quarto di pollice, ma è una distrazione sufficiente. Naturalmente l’ho notato sul mio vetro smerigliato, … ; un’azione così semplice come svitare il coperchio non mi è venuta in mente.
Ho solo una scusa per me stesso, che ho fatto tutti questi negativi sotto grande stress, temendo ogni momento che qualcuno chiamato dalle proprie necessità, desiderasse usare la toilette per scopi diversi dai miei.
Dovrò ora ritoccare in alto – difficile, essendo nero – o affrontare lo sforzo e la spesa di ripetere la “seduta”? Non sono certo contento di dover ritoccare questo bel negativo … ma rifare il lavoro significa una mezza giornata di lavoro, confusione e costosa pellicola pancromatica. Inizierò a ritoccare e poi vedrò!
Pomeriggio – Ora … vedo con più chiarezza. Togliere il coperchio del gabinetto, svitandolo o ritoccandolo, lo renderebbe meno gabinetto, e io devo volerlo più gabinetto e non di meno. La fotografia è realismo! Perché cercare scuse?
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PHOTOGRAPHY IN PRINT – Writings from 1816 to the Present • Vicki Goldberg ed. 1981 pgg. 305–6 – Edward Weston Daybooks (trad. a.m.)
In alto: EXCUSADO ‑1925 • 19,2 x 24,2 cm · Gelatin Silver Print – https://www.metmuseum.org/art/collection/search/283282