La percezione del ‘presente’ è costituita da una somma di effetti concomitanti:
quello associato all’esperienza fisica quotidiana,
come l’ebollizione dell’acqua (e sua temperatura!) o la forza di gravità (e sue conseguenze!)
quello neurofisiologico, associato alla cattura della luce
da parte del nostro sistema occhio/cervello,
ed ancora la risposta mentale, che ci permette di interpretare questi stimoli,
trasformandoli in sensazioni ed emozioni attraverso cui reagire verso il mondo esterno.
Effetti di fatto inseparabili, che si sovrappongono nella percezione del ‘presente’.
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Nel TEMPO – La fisica non ha una propria definizione del termine, cioè non esiste una misura o specifica identificazione del ‘presente’ basata su leggi fisiche come parimenti non esiste una frazione minima del tempo. Quindi, quell’ultimo aspetto in particolare, riguardante la sua percezione emotiva, rappresenta l’unico modo per tentarne un avvicinamento ed una comprensione.
La coscienza del presente ci permette di adottare dei comportamenti rassicuranti, tramite i quali intervenire su ciò che accade ‘al contorno di un istante’ e – se lo riteniamo – agire sugli istanti immediatamente successivi.
In altre parole, nel processo di formazione consapevole del presente, ci avvaliamo dell’immediato passato per interpretare l’immediato futuro. Da cui si comprende come, nel corso di tale elaborato processo, … il presente stesso – almeno quello dell’esperienza individuale – si riveli di una certa durata e quindi non sia definibile come ‘istantaneo’, ma come ‘prolungato’!
Chiunque o qualunque cosa si trovi davanti a noi, subisce costantemente, impercettibili modificazioni della propria immagine sulla nostra retina senza che per questo ci sorgano dubbi sul fatto che si tratti sempre della stessa persona, o che ci sentiamo galleggiare in un mondo ubriaco. Infatti noi stessi non siamo del tutto immobili e sulla retina ripetutamente si producono aggiustamenti prospettici e di luminosità che abbiamo imparato a riconoscere ed interpretare rendendo ‘fluido’ ciò che ci circonda. Aggiustamenti che potremmo vedere congelati se potessimo afferrare e fissare singolarmente le immagini che si formano (ogni 1/15”) sulla retina
Nello SPAZIO – Qualcosa che accade davanti ai nostri occhi o attorno a noi — tale comunque da essere percepito mediante i sensi o gli strumenti — rappresenta un ‘evento’; fenomeno che la fisica riconosce come ‘puntiforme’, trasmesso nello spazio come onda sonora, luminosa, ecc., dopo il suo manifestarsi. Viceversa la nostra coscienza coglie come istantaneamente condiviso tutto ciò che avviene entro il nostro orizzonte sensoriale, altrimenti non potremmo partecipare, in totale sincronia con i nostri simili, agli avvenimenti che ci circondano. Ma questo ‘presente spazialmente esteso’ non può che essere circoscritto poiché la sua attualità ed esistenza sono conoscibili solamente entro i limiti della velocità della luce, la quale non consente una informazione istantanea ed universale. Cioè non potremmo (e in effetti non possiamo) avere né certezza né nozione che un evento, prodotto ad esempio sul Sole, accade nel nostro ‘presente’ in quanto ne verremmo (ne veniamo) a conoscenza solo successivamente al suo prodursi, quindi nel nostro ‘futuro’, quando la sua ‘luce’ ci avrà raggiunto: circa dopo 8’ provenendo dal Sole e circa 1” dalla Luna.
Il nostro ‘presente’, si sviluppa certamente nel tempo e nello spazio, ma ha con pari evidenza un carattere prettamente ‘locale’, vale cioè nelle nostre vicinanze spazio-temporali. E se pure può sembrare che ciò non abbia alcun effetto su di noi e sulle nostre esistenze, la consapevolezza che ne deriva non è affatto banale.
Essa infatti ci dice che non godiamo di un presente cosmico, cioè esteso su tutto l’universo (*) né temporalmente né spazialmente, come il senso comune vorrebbe. Ugualmente lontana dal sentimento comune, una tale conoscenza genera conseguenze imprevedibili riguardo le nostre abilità nell’interpretare la realtà. Oppure – detto nuovamente con altre parole: l’esistenza di un limite fisico alla conoscenza non ci permette di descrivere con raffigurazioni certe e dettagliate ciò che accade davanti ai nostri occhi. …
(*) Il cosmo è l’universo ordinato (ed armonico)
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