NELLA MISCHIA: UN’ALTRA PAGINA IN RETE
S.T. DREAMs
nati a cercare spunti, suggerire analogie, somiglianze, affinità,
oppure evidenziare e sottolineare contrapposizioni, …
tra un breve testo, mai banale, utilizzato quale citazione
(sempre accompagnato da un propedeutico commento),
posto a confrontarsi con una immagine a tema esteso ed aperto
comunque ottenuta, di qualsivoglia origine o natura ma sempre autonoma
che a tale testo si accompagni e nel quale riconosca un riflesso di sé.
Non è chiaro, lo so, ma neppure il fenomeno dell’entanglement è chiaro, eppure ormai lo si trova a volte abbandonato a margine di dotti articoli di giornale, oppure a ravvivare una conversazione stanca, come capita per la gettonata materia oscura, (*) o per la scontrosa entropia dell’universo, invisibile ed inafferrabile la prima, in perenne drammatica crescita la seconda … . Niente di più!
In ogni caso, cosa farsene poi di tali fardelli? Come smaltire tanta e tale entropia e materia, una volta che s’intenda troncare l’argomento … se non scaricando ogni cosa in un buco nero — inteso come enigma celeste — e poi finalmente dedicarsi ad argomenti più seri e trattabili?
Ecco un modo per buttarsi – da sobri – in un groviglio con tutte le scarpe.
Dunque l’entanglement è un fenomeno per il quale due ‘entità’, cioè due qualchecosa, ritrovano intrecciati i loro destini pur se tra di esse/i si interpone uno spazio infinito. Tali enti materiali sono cioè – con termine più domestico – ‘correlati’, indissolubilmente.
E questa correlazione, di varia natura, che si manifesta nella fisica dei guanti (volevo dire dei ‘quanti’, ma anche i guanti, infine, sono ‘correlati’), può essere verificata attraverso la complementarietà e/o specularità. Sempre meno chiaro.
Ricordate (tanto per correlare) Dante nel suo Inferno, come attribuiva le pene ai dannati ?
Lo faceva per ‘analogia’ o per ‘antitesi’.
Ecco, l’entanglement è un legame a cui il Sommo avrebbe potuto richiamarsi per indicare un tratto d’unione (scusate il francesismo) tra come aveva condotto la propria esistenza il malaugurato che gli capitava a tiro e ciò che lo attendeva una volta attraversato lo Stige, sola andata: un castigo impartito o in manifesta continuità del proprio vissuto o in sua netta contrapposizione. Di modo che, certificata la colpa, la pena poteva essere immediatamente appioppata. Per ciò, i lussuriosi trascinati in vita da una passione sfrenata, vengono trascinati per l’eternità da una tempesta senza tregua (analogia), mentre i golosi, immersi nello sterco, scontano a rovescio la loro terrena ingordigia (antitesi).
Sin qui la teoria (volevo dire poesia), perché poi tutti noi conosciamo qualcuno che … casca sempre in piedi!
Questo, con … qualche approssimazione, è l’entanglement: un legame gemellare – potremmo dire telepatico – diretto ed istantaneo tra due (s-)oggetti ciascuno dei quali riconosce fulmineamente e misteriosamente la presenza e lo stato dell’altro e vi si ‘conforma’.
Anche nel nostro caso – per chiudere soavemente il cerchio –
ciò che viene ricercato, tra testo ed immagine, racchiusi in un comune perimetro,
è un legame tra Spazi e Tempi originariamente lontani
– S.T. iniziale sta appunto ad indicare questo –
una contiguità, uno scambio per reciproca ‘inclinazione’
attraverso una ‘continuità’, (complemento) o ‘opposizione’ (specularità).
Una interlocuzione serrata tra scrittura e figura,
cioè tra modalità espressive autonome per composizione e provenienza.
Un legame che non sempre è immediatamente esplicito; di certo non didascalico
ma che viceversa si rivela ricercato e blandito,
dal quale estrarre una nuova individuale consapevolezza. (a. m. III’23)
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*) Vorrei occuparmi di fisica nucleare,
… aprire una botteguccia
e vendere materia oscura.
W. Allen