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INCIPIT

                                                                                                                                                                                                                                        oculus_ a.m. 2013

NELLA MISCHIA:      UN’ALTRA PAGINA IN RETE 

                                                        S.T. DREAMs

nati a cer­ca­re spun­ti, sug­ge­ri­re ana­lo­gie, somi­glian­ze, affinità, 
oppu­re evi­den­zia­re e sot­to­li­nea­re contrapposizioni, …
tra un bre­ve testo, mai bana­le, uti­liz­za­to qua­le citazione 
(sem­pre accom­pa­gna­to da un pro­pe­deu­ti­co com­men­to),
posto a con­fron­tar­si con una imma­gi­ne a tema este­so ed aperto
comun­que otte­nu­ta, di qual­si­vo­glia ori­gi­ne o natu­ra ma sem­pre autonoma
che a tale testo si accom­pa­gni e nel qua­le rico­no­sca un rifles­so di sé. 

     Non è chia­ro, lo so, ma nep­pu­re il feno­me­no dell’entan­gle­ment è chia­ro, eppu­re ormai lo si tro­va a vol­te abban­do­na­to a mar­gi­ne di dot­ti arti­co­li di gior­na­le, oppu­re a rav­vi­va­re una con­ver­sa­zio­ne stan­ca, come capi­ta per la get­to­na­ta mate­ria oscu­ra, (*) o per la scon­tro­sa entro­pia dell’universo, invi­si­bi­le ed inaf­fer­ra­bi­le la pri­ma, in peren­ne dram­ma­ti­ca cre­sci­ta la secon­da … .  Nien­te di più! 
In ogni caso, cosa far­se­ne poi di tali far­del­li?  Come smal­ti­re tan­ta e tale entro­pia e mate­ria, una vol­ta che s’intenda tron­ca­re l’argomento … se non sca­ri­can­do ogni cosa in un buco nero — inte­so come enig­ma cele­ste — e poi final­men­te dedi­car­si ad argo­men­ti più seri e trattabili?

Ecco un modo per but­tar­si – da sobri – in un gro­vi­glio con tut­te le scarpe.
     Dun­que l’entanglement è un feno­me­no per il qua­le due ‘enti­tà’, cioè due qual­che­co­sa, ritro­va­no intrec­cia­ti i loro desti­ni pur se tra di esse/i si inter­po­ne uno spa­zio infi­ni­to. Tali enti mate­ria­li sono cioè – con ter­mi­ne più dome­sti­co – ‘cor­re­la­ti’, indissolubilmente.
E que­sta cor­re­la­zio­ne, di varia natu­ra, che si mani­fe­sta nel­la fisi­ca dei guan­ti (vole­vo dire dei ‘quan­ti’, ma anche i guan­ti, infi­ne, sono ‘cor­re­la­ti’), può esse­re veri­fi­ca­ta attra­ver­so la com­ple­men­ta­rie­tà e/o spe­cu­la­ri­tà.   Sem­pre meno chiaro.

     Ricor­da­te (tan­to per cor­re­la­re) Dan­te nel suo Infer­no, come attri­bui­va le pene ai dannati ? 
Lo face­va per ‘ana­lo­gia’ o per ‘anti­te­si’.

Ecco, l’entanglement è un lega­me a cui il Som­mo avreb­be potu­to richia­mar­si per indi­ca­re un trat­to d’unione (scu­sa­te il fran­ce­si­smo) tra come ave­va con­dot­to la pro­pria esi­sten­za il malau­gu­ra­to che gli capi­ta­va a tiro e ciò che lo atten­de­va una vol­ta attra­ver­sa­to lo Sti­ge, sola anda­ta: un casti­go impar­ti­to o in mani­fe­sta con­ti­nui­tà del pro­prio vis­su­to o in sua net­ta con­trap­po­si­zio­ne.  Di modo che, cer­ti­fi­ca­ta la col­pa, la pena pote­va esse­re imme­dia­ta­men­te appiop­pa­ta.   Per ciò, i lus­su­rio­si tra­sci­na­ti in vita da una pas­sio­ne sfre­na­ta, ven­go­no tra­sci­na­ti per l’eternità da una tem­pe­sta sen­za tre­gua (ana­lo­gia), men­tre i golo­si, immer­si nel­lo ster­co, scon­ta­no a rove­scio la loro ter­re­na ingor­di­gia (anti­te­si).
Sin qui la teo­ria (vole­vo dire poe­sia), per­ché poi tut­ti noi cono­scia­mo qual­cu­no che … casca sem­pre in piedi!

     Que­sto, con … qual­che appros­si­ma­zio­ne, è l’entanglement: un lega­me gemel­la­re – potrem­mo dire tele­pa­ti­co – diret­to ed istan­ta­neo tra due (s-)oggetti cia­scu­no dei qua­li rico­no­sce ful­mi­nea­men­te e miste­rio­sa­men­te la pre­sen­za e lo sta­to dell’altro e vi si ‘con­for­ma’.

Anche nel nostro caso – per chiu­de­re soa­ve­men­te il cerchio – 
ciò che vie­ne ricer­ca­to, tra testo ed imma­gi­ne, rac­chiu­si in un comu­ne perimetro,
è un lega­me tra Spa­zi e Tem­pi ori­gi­na­ria­men­te lontani
S.T. ini­zia­le sta appun­to ad indi­ca­re questo –
una con­ti­gui­tà, uno scam­bio per reci­pro­ca ‘incli­na­zio­ne’
attra­ver­so una ‘con­ti­nui­tà’, (com­ple­men­to) o ‘oppo­si­zio­ne’ (spe­cu­la­ri­tà).

Una inter­lo­cu­zio­ne ser­ra­ta tra scrit­tu­ra e figura, 
cioè tra moda­li­tà espres­si­ve auto­no­me per com­po­si­zio­ne e provenienza. 
Un lega­me che non sem­pre è imme­dia­ta­men­te espli­ci­to; di cer­to non didascalico 
ma che vice­ver­sa si rive­la ricer­ca­to e blandito, 
dal qua­le estrar­re una nuo­va indi­vi­dua­le con­sa­pe­vo­lez­za. (a. m. III’23)

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*)  Vor­rei occu­par­mi di fisi­ca nucleare, 
… apri­re una botteguccia 
e ven­de­re mate­ria oscura.
W. Allen